DSA E SCUOLA: ASPETTI PSICOLOGICI

ADHD: Il Disturbo da deficit di Attenzione e/o Iperattività

Il Centro Ricerca CBPT , con Equipe CBPT Apprendimento, è un centro privato, autorizzato e accreditato dalla Regione Lazio al rilascio della certificazione DSA e alla valutazione degli aspetti emotivi e comportamentali correlati

RUOLO DELLA SCUOLA

La scuola svolge un importante ruolo nella promozione dell’adattamento del bambino, ed evidenzia l’importanza di una collaborazione fra insegnanti, genitori e specialista per la messa in atto di possibili problematiche emotive e comportamentali.

Le difficoltà che gli studenti incontrano nel contesto scolastico possono essere compensate efficacemente se la scuola è in grado di individuare i punti di forza degli studenti, quindi le loro risorse, e considerare le loro specificità.

È fondamentale  incentrare l’attenzione in classe non solo sullo sviluppo del singolo, ma anche sull’interazione con l’ambiente, prestando attenzione ai contesti educativi, familiari e scolastici. Se gli alunni si percepiscono coesi nel contesto scolastico il rischio che mettano in atto dei comportamenti disadattivi diminuisce. 

COSA DEVE FARE IL DOCENTE QUANDO HA UN ALUNNO DSA CON ASPETTI EMOTIVI E COMPORTAMENTALI PREOCCUPANTI?

  • Favorire confronti tra docenti, con i referenti DSA,  e programmare le azioni didattiche con il team docenti di classe, interclasse;
  • Mantenere contatti continui con i genitori;
  • Comunicare ed interagire con i terapisti, con i servizi ASL o con le Equipe accreditate alla ASL per la Certificazione DSA;
  • Conoscere le tappe dell’apprendimento della letto-scrittura, del calcolo e saper condurre con perizia il lavoro fonologico e meta fonologico;
  • Elaborare il Piano Didattico Personalizzato – PDP;
  • In classe deve accogliere realmente la “diversità”, studiarla, comunicare serenamente con il bambino e dimostrargli comprensione;
  • Spiegare alla classe il senso della didattica personalizzata e individualizzata e che è rivolta a tutti e non solo agli alunni DSA;
  • Utilizzare le risorse dei compagni di classe assegnando al bambino/ragazzo DSA un tutor.
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SUCCESSO SCOLASTICO

Promuovere il Successo scolastico riduce la possibilità di comportamenti disadattivi. Esiste una strettissima relazione fra i comportamenti esternalizzanti e l’adattamento scolastico (Kosterman et al., 2001; Chung-Do, Goebert, Hamagani, et al., 2015; Wegner, Garcia-Santiago, Nishimura et al., 2010). Per favorire l’adattamento scolastico e l’adattamento nella vita sociale degli alunni bisognerebbe capire quali risorse debbano essere mobilitate.

Ad esempio le strategie di coping, che utilizzano gli alunni con difficoltà di apprendimento per affrontare i problemi sono focalizzate sull’evitamento e sono accompagnate da emozionalità negativa

I bambini, fra i sei e i nove anni,  usano delle strategie di coping durante l’ingresso a scuola e per lo più sono la ristrutturazione cognitiva, l’autorassicurazione, la distrazione cognitiva e la  ricerca di supporto fuori dal contesto familiare.

Il coping attivo e la ricerca di supporto come strategia vengono utilizzate, in particolar modo, da quei bambini che hanno delle buone abilità sociali, mentre quei bambini che hanno problemi di condotta tendono ad evitare i problemi e a mettere in atto dei comportamenti oppositivi. Le difficoltà scolastiche e il modo di affrontarle sono influenzate da come il bambino si percepisce e da come percepisce le difficoltà; se pensa di poterle affrontare con sforzo e impegno le strategie che metterà in atto saranno la persistenza, lo sforzo e il problem solving; se invece valuta le difficoltà come incontrollabili e quindi inevitabili si ritirerà e metterà in atto la distrazione cognitiva (Compas et al, 2001; Fiorilli, Buonomo e Geraci, 2015). 

PROMUOVERE LA MOTIVAZIONE

Oltre alla promozione delle strategie di coping la scuola dovrebbe promuovere una adeguata percezione dell’ autoefficacia dei propri alunni puntando allo sviluppo di capacità finalizzate a una serie di azioni volte al raggiungimento di uno scopo fondamentali per la costruzione di un giudizio adeguato su loro stessi riferito a un ambito specifico. Un ruolo importante svolto dall’autoefficacia riguarda la motivazione, gli alunni si automotivano e dirigono le proprie azioni facendo delle previsioni, si fanno idee su ciò che sanno fare, si pongono delle mete, mobilitano le loro risorse e si impegnano in ciò che fanno. 

L’ autoefficacia influenza le attività che scelgono gli studenti, studenti con bassa autoefficacia evitano i compiti specialmente quelli impegnativi, mentre chi ha un’alta autoefficacia si impegna nell’apprendimento e persevera anche molto di più. Questo accade perché i giudizi di autoefficacia influenzano la scelta delle attività, lo sforzo che viene impiegato e il tempo dedicato. 

Concludendo, l’autoefficacia può anche influenzare l’ansia e gli stati depressivi, la percezione della propria capacità nel saper controllare gli eventi spiacevoli ha un ruolo importante nel controllare l’ansia (Bandura, 1991). Chi considera potenziali pericoli come difficili da affrontare, si sofferma sui pericoli e ciò limita la capacità di affrontarli amplificando la percezione dei pericoli stessi. Chi percepisce controllo sugli eventi non si angoscia sui potenziali pericoli ed è quindi meno propenso ad anticipare le minacce (Boca, Bocchiaro e Scaffidi Abbate, 2010).

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