DSA E ADHD

metodo di studio e dsa

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COMORDIBITA’ DSA E ADHD

DSA e ADHD

Frequentemente i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) non si presentano da soli ma a volte si presentano in co-occorrenza con altri disturbi, ad esempio DSA e ADHD. 

In questo caso si parla di “Comorbidità”, ovvero la presenza o l’insorgenza di una altra patologia accessoria durante il decorso clinico di una patologia. Esiste un alto tasso di copresenza dimostrato tra i DSA e il Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività (ADHD).

Prima di discutere dei dati che mettono in luce il legame tra questi due disturbi, è doveroso chiarire cosa si intende per Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Disturbo da Deficit di Attenzione e/o iperattività.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, conosciuti anche con l’acronimo DSA, sono disturbi del neurosviluppo e raggruppano la Dislessia (Disturbo Specifico della Lettura), la Disortografia (Disturbo Specifico della Compitazione), la Disgrafia (Disturbo a carico delle capacità grafiche) e la Discalculia (Disturbo Specifico delle Abilità Aritmetiche).

La prevalenza dei DSA tra gli ambiti scolastici di lettura, scrittura e calcolo è del 5-15% (DSM-V; American Psychiatric Association, 2013). I disturbi dell’apprendimento hanno come caratteristica principale la specificità: il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura e/o calcolo), in modo significativo, ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale (per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo alla sezione dedicata all’interno del sito.

Il Disturbo da deficit di Attenzione Iperattività (ADHD)

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo altamente ereditabile (American Psychiatric Association, 2013). Come riportato nel DSM-V tale disturbo ha una prevalenza intorno al 5% nella popolazione dei bambini ed è caratterizzato da sintomi raggruppabili in tre dimensioni di seguito elencate: disattenzione, iperattività e impulsività (DSM-V; American Psychiatric Association, 2013).

  • La disattenzione: si manifesta a livello comportamentale come: divagazione dal compito, difficoltà a mantenere l’attenzione e disorganizzazione.
  • L’iperattività: si manifesta come un’eccessiva attività motoria, ad un eccessivo dimenarsi o ad una marcata e perseverante loquacità.
  • L’impulsività: si può manifestare come invadenza sociale, interrompendo frequentemente le persone che parlano, o con il prendere decisioni importanti senza considerare le conseguenze a lungo termine. L’impulsività può anche riflettere un desiderio ricompensa immediata.

Entrambe le difficoltà sopra descritte risultano essere fortemente invalidanti non solo per il bambino in età scolare e non, ma anche per i genitori.

Rispetto alla presenza di comorbidità nei DSA sono stati svolti numerosi studi in riferimento alla co-occorrenza tra questi e sopradescritto Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività (ADHD), i quali suggeriscono una co-occorrenza frequente, dal 25-40%, tra ADHD e DSA (Carroll et al., 2005; Semrud-Clickeman M. et al., 1992).

Prendendo nello specifico la Dislessia, il DSA più frequente secondo una recente indagine del MIUR, in uno studio effettuato da J. Gayan e Colleghi nel 2005, in un campione selezionato di 182 coppie di fratelli e pubblicato nel “Journal of Child Pshycology and Psychiatry”, è stata evidenziata una forte correlazione genetica tra la Dislessia Evolutiva (DE) e il Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività (ADHD); suggerendo che la loro co-occorrenza sia dovuta almeno in parte a geni comuni. La presenza di comorbidità nel campione studiato è risultata intorno al 45%.

Nel panorama scientifico esistono numerosi altri studi che indagano la comorbidità tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento e Il Disturbo da Deficit di Attenzione e/o Iperattività i quali mettono in luce come i due disturbi condividano fattori di rischio molteplici quali:

  • Varianti genetiche, fattori ambientali (Petryshen et al., 2009; Willcutt et al., 2000a)
  • Processi cognitivi (Shanahan et al., 2006, Willcutt et al, 2005)
  • Aspetti anatomo-funzionali (Eden et al., 2008)

Conclusioni

In conclusione, è fondamentale che durante l’Iter valutativo il clinico, ponga la massima attenzione durante l’osservazione e la somministrazione dei test, al fine di valutare la copresenza di più disturbi; poiché molto spesso dietro i Disturbi Specifici dell’Apprendimento si nascondono altri aspetti, se non identificati, rischiano di compromettere l’intervento. 

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